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I buoni fruttiferi postali sono divisi in varie tipologie, basate principalmente sulle modalità con cui maturano gli interessi depositati, sul tasso d'interesse che viene applicato e per il taglio minimo che se ne può acquistare. Un'altra forma di distinzione è quella fra i buoni che rimangono legati al formato cartaceo e quelli più recenti che hanno la possibilità di sfruttare il supporto informatico ed essere dematerializzati, ovvero registrati su supporto esclusivamente virtuale. Sono due i tipi di rendimento possibile per i buoni fruttiferi: quello fisso crescente e quello fisso più variabile. Per quel che riguarda la durata massima dell'investimento poi andiamo da una durata minima di diciotto mesi dei buoni chiamati appunto Diciottomesi fino a quella di vent'anni dei buoni fruttiferi postali ordinari.
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I buoni fruttiferi postali sono venduti, e quindi sottoscrivibili e rimborsabili, presso tutti gli uffici di Poste Italiane S.p.a. Sono completamente liberi da qualsiasi spesa, sia di emissione che all'atto del rimborso; si possono sottoscrivere per un ampio spettro di cifre anche modeste, l'investimento minimo è infatti di cinquanta euro. L'emissione dei buoni postali avviene nella modalità cosiddetta a rubinetto, ossia vengono continuamente sottoscritti in base alle richieste della clientela e senza importo o spazio di tempo preordinati, al contrario delle normali emissioni di obbligazioni. In linea di massima offrono un rendimento che è sempre crescente nel tempo, puntualmente corrisposti nel momento in cui se ne richiede il rimborso. Sono soggetti ad imposta di bollo ma a tutt'oggi mantengono una tassazione agevolata del 12,50% rispetto al 26 degli altri rendimenti fiscali.
Il calcolo del rendimento dei buoni postali si basa sui due diversi tassi che offrono: fisso crescente e fisso più variabile. Nel primo si va a cumulare un tasso fisso che cresce ad intervalli di tempo definiti; in genere tanto il tasso quanto la misura di cui cresce sono stabiliti in base alla durata dell'investimento e regolamentati da precise finestre temporali, al netto di un imposta di bollo pari allo 0,2% e che è comunque applicata a qualsiasi tipo di buono fruttifero. In alternativa c'è la possibilità di sottoscrivere buoni indicizzati all'inflazione che consentono, appunto, di proteggere il proprio capitale dalla stessa garantendo un interesse di rendimento pari al carovita a cui si aggiunge un ulteriore 0,75% di rendimento medio lordo. In base alla cifra investita ed al tipo di investimento si calcola il rendimento dei buoni postali.
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