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Per chi volesse sottoscrivere ora un mutuo si pone però il dilemma della scelta tra un mutuo a tasso variabile, con una rata appetibile ma destinata inesorabilmente a salire, seppur lievemente, nei prossimi anni, o un mutuo a tasso fisso con l'Irs quotato intorno all'1,3%. Il principale fattore discriminante nella scelta è probabilmente la durata del finanziamento: per un mutuo di 5 o 10 anni il tasso variabile, anche in virtù delle previsioni sull'Euribor 3 mesi, risulta essere la scelta più conveniente, mentre per durate superiori la stabilità del tasso fisso consente di mettersi al riparo da brutte sorprese. Il mutuo a tasso variabile utilizza infatti il piano di ammortamento definito "alla francese", che concentra la maggior parte degli interessi nei primi anni del mutuo: in caso di finanziamento a breve durata si sfrutterebbero quindi i tassi molto bassi e qualora l'Euribor 3 mesi dovesse aumentare successivamente, quest'aumento andrebbe ad impattare poco sulla rata da pagare.
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Per i finanziamenti di lunga durata il discorso è più complesso, in quanto è difficile fare previsioni sul lungo periodo. Di certo l'attuale Irs, al quale si allacciano i mutui a tasso fisso, è decisamente appetibile in quanto sommato allo spread delle principali banche consente un tasso finito del 3,1-3,3%. Un tasso inimmaginabile fino a pochi anni fa quando un tasso fisso costava più del doppio e solo il mutuo Inpdap riservato agli statali consentiva di stipulare dei mutui di poco al di sotto del 4%.
Ma con l'Euribor 3 mesi così basso anche un mutuo a tasso variabile a lunga durata non sarebbe da scartare, soprattutto per chi ha delle entrate sicure e può permettersi delle estinzioni parziali o totali del finanziamento, in modo da ridurre il capitale residuo sul quale sono calcolati gli interessi.Vi sono poi delle soluzioni intermedie come il variabile con cap, che pone un tetto all'Euribor 3 mesi oltre il quale la banca non può andare a computare gli interessi, e il variabile a rata costante nel quale la rata rimane sempre la stessa ma cambia la durata del finanziamento in base all'andamento dell'Euribor 3 mesi durante tutta la durata prevista in partenza. Al momento però queste soluzioni non sembrano molto appetibili perchè gli spread fissati dalle banche su queste opzioni ne annullano di fatto i vantaggi. Più interessanti sono i mutui variabili off-set, diffusissimi nel Regno Unito e da poco proposti anche da noi, nei quali il capitale residuo viene calcolato sottraendogli oltre la parte già restituita anche il saldo del proprio conto corrente. Chi ha entrate fisse e cospicue potrebbe quindi abbattere sensibilmente il capitale residuo in pochi anni in modo da mettersi al riparo da improvvisi rialzi dei mercati.
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